Se sei arrivat* su questa pagina molto probabilmente stavi cercando informazioni sul rayon, o viscosa, magari perché hai letto uno di questi nomi nell’etichetta di un tuo capo d’abbigliamento. Immagino vorrai capire cos’è la viscosa, come si ottiene, se si tratta di una fibra naturale o sintetica, se fa bene al tuo corpo e all’ambiente.
La viscosa, o rayon, o anche seta vegetale è una fibra artificiale semi-sintetica che si ottiene a partire dalla cellulosa tramite l’elaborazione con processi chimici. Insomma la viscosa non è a tutti gli effetti una fibra naturale ecologica, in quanto deriva da materia vegetale ma viene trattata chimicamente.
Perché la viscosa è così diffusa?
La viscosa è una fibra particolarmente impiegata nella moda e viene spesso erroneamente proposta come una alternativa naturale e sostenibile al cotone tradizione e al poliestere. Spesso viene sostituita alla seta in quanto, rispetto a questa, risulta molto meno costosa e più durevole.
La viscosa viene impiegata nella produzione di abiti, gonne, camice e magliette, viene spesso usata per la produzione del velluto sintetico. Oltre all’utilizzo nel campo dell’abbigliamento, la viscosa si usa anche nella produzione di tappezzerie, biancheria per la casa e, addirittura, nella produzione di cellophane e budello per insaccati.
Breve storia della viscosa
Il rayon, o viscosa, ha una storia tutta europea. La scoperta della fibra di viscosa è attribuita a Hilaire de Chardennet, ingegnere e inventore francese che trovò il modo di ottenere questa fibra derivata dalla cellulosa cercando una soluzione alternativa e più economica alla seta.
Dal procedimento ideato da de Chardennet si otteneva tuttavia un tessuto estremamente infiammabile che perciò non riuscì a farsi strada nel mercato. Successivamente, il processo di produzione fu reso più sicuro dal tedesco J. P. Bemberg, infine perfezionato dagli inglesi Charles Frederick Cross, Edward John Bevan e Clayton Beadle che ne brevettarono la metodologia di produzione portando sul mercato per la prima volta, nel 1905, la viscosa da produzione industriale.
Come si produce la viscosa
La viscosa viene ottenuta dalla cellulosa ossia la polpa del legno di alberi a crescita rapida. I più utilizzati sono il faggio, l’eucalipto, il pino, il mais e il bambù ma anche la pianta di soia e la canna da zucchero.
La cellulosa viene immersa e sciolta in una soluzione chimica per ottenere una pasta viscosa e polposa, questa viene poi filata in fibre le quali possono essere trasformate il fili.
Ma allora la viscosa è ecologica oppure no?
La risposta a questa domanda dipende dal procedimento che viene utilizzato per la produzione della fibra, il quale può essere molto dannoso oppure più rispettoso.
- Coltivazione: La viscosa, di per sé, è una fibra di derivazione vegetale, pertanto non tossica. Nella produzione di massa, tuttavia, la cellulosa viene ottenuta tramite coltivazione intensiva che si avvale di pesticidi, diserbanti e, spesso, sfruttamento dei lavoratori. Solo la viscosa ottenuta da coltivazione biologica e sostenibile può quindi essere considerata naturale al 100%.
- Chimica: il processo tradizionale per la produzione della viscosa prevede di trattare la cellulosa con idrossido di sodio (soda caustica) e disolfuro di carbonio. Entrambe sostanze altamente inquinanti che, inevitabilmente, si disperdono nell’aria e nell’acqua nell’area circostante gli stabilimenti di produzione. Solo la viscosa prodotta con l’utilizzo di prodcessi alternativi a basso impatto può essere considerata ecosostenibile.
Solo i tessuti certificati in etichetta (es. Oeko Tex, Tencel) sono da ritenersi veramente fibre vegetali, ecologiche e sostenibili.
Interessante è la viscosa sostenibile che prende il nome di EcoVero, prodotta dall’austriaca Lenzing. Si tratta di rayon eco-sostenibile prodotto a partire da cellulosa ricavata da legno la cui produzione è certificata sostenibile. Le coltivazioni si trovano tutte in Austria e Bavaria per ridurre al minimo l’impatto del trasporto della materia prima. I prodotti chimici impiegati nella lavorazione sono ridotti al mimino e recuperati per il riutilizzo nelle lavorazioni successive, l’impiego di energia e acqua per la produzione viene ridotto del 50%.
EcoVero viene utilizzata per la produzione di capi del famoso marchio sostenibile Armedangels.