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Abbigliamento biologico

Dermatite allergica da tessuti: cause, sintomi, test e cosa fare

By Febbraio 15, 2019No Comments

L’allergia ai tessuti è un fenomeno che oggi è sempre più diffuso: ben l’8% delle dermatiti allergiche da contatto sono causate dai tessuti con i quali la nostra pelle viene a contatto.

L’allergia è una reazione anomala del sistema immunitario al contatto con determinate sostanze, dette allergeni. Il corpo riconosce queste sostanze come dannose per il nostro organismo e produce una risposta eccessiva attraverso gli anticorpi, avviando così la tipica risposta infiammatoria.  Negli ultimi anni si è fortunatamente diffusa una maggiore sensibilità al problema dell’allergia da tessuti sia da parte dei medici che del consumatore. Ma cosa fare se la tua pelle comincia a pruderti, bruciare e si arrossa? Vediamo come riconoscere la dermatite allergica da tessuti: le cause, i sintomi, se esistono test in grado di diagnosticarla e quali rimedi e cure adottare.

Sintomi della dermatite da contatto ai tessuti: come riconoscerla

I sintomi più comuni della allergia da tessuto sono:

  • bruciore e prurito;
  • secchezza cutanea, ragadi e desquamazione;
  • gonfiore;
  • calore dovuto al processo di infiammazione in corso;
  • arrossamento della pelle, chiazze più o meno estese o puntini rossi;
  • nei casi più acuti si possono presentare bolle cutanee ovvero vescicole con liquido o pustole.

Solitamente la dermatite da contatto si manifesta quindi con eruzioni cutanee nelle zone del corpo più a stretto contatto con gli indumenti e con la biancheria intima: inguine, ascelle, collo, petto, addome, schiena, dorso del piede, interno coscia e regioni poplitee ovvero nella piega del gomito o dietro al ginocchio. Puoi notare che i sintomi da allergia ai tessuti interessano le zone della pelle caratterizzate da maggior sfregamento e sudorazione, la presenza di umidità ne peggiora infatti i sintomi.

La dermatite da contatto causata da tessuti può comparire sia nei bambini che in età adulta.

Cosa fare se riscontri questi sintomi? Come capire se si tratta veramente di allergia? A volte potrebbe trattarsi solo di una irritazione della pelle dovuta all’utilizzo di tessuti poco traspiranti e ad una eccessiva sudorazione. I sintomi possono essere simili e per verificare se si tratta veramente di allergia ai tessuti l’unico modo è consultare un medico, possibilmente un dermatologo, che valuterà se effettuare dei test.

Cause della allergia ai tessuti

Le dermatiti da contatto con tessuti possono avere diverse cause e possono essere causate da una allergia o sensibilità: ai tessuti sintetici, alle sostanze chimiche utilizzate nelle fasi di produzione delle fibre tessili, mancanza di traspirazione, sostanze chimiche utilizzate per la colorazione o finissaggio dei tessuti, sostanze utilizzate per lavare i vestiti, nichel.

Per secoli l’uomo ha prodotto i propri indumenti utilizzando fibre e tessuti di origine vegetale o animale. Solo dalla fine del 1900 l’industria ha cominciato a produrre vestiti realizzati con tessuti sintetici e artificiali, attraverso processi che fanno largo uso di sostanze chimiche nocive e allergizzanti.

Allergia ai tessuti sintetici

I tessuti sintetici possono provocare dermatite da contatto. I tessuti sintetici sono prodotti in laboratorio attraverso la sintetizzazione di sostanze chimiche, come il petrolio, e proprio a causa delle sostanze che li compongono, possono causare allergie.

I tessuti sintetici per i quali sono state diagnosticate allergie sono:

  • il nylon, comunemente utilizzato per produrre collant, biancheria intima, costumi da bagno e vestiti;
  • lo spandex (detto anche elastam), si trova soprattutto nei collant velati, leggings, tute sportive elasticizzate, body, pannolini, coppe del reggiseno, pantaloni e maglie elasticizzate, costumi da bagno e nella biancheria intima;
  • la gomma, il neoprene e il lattice, molto diffusa nell’abbigliamento e anche nei tessuti per l’arredamento;
  • le fibre di vetro, si trovano maggiormente nei tessuti per l’arredamento. Tuttavia gli abiti che indossiamo possono essere stati contaminati attraverso il lavaggio in lavatrice, se precedentemente abbiamo lavato tessuti, come tende, copridivani ecc.. che contenevano fibra di vetro.

Allergia a sostanze chimiche usate per produrre tessuti

Per la produzione di tessuti artificiali, l’industria utilizza sostanze chimiche molto aggressive, come soda caustica e solfuro di carbonio.
Sostanze che causano allergie sono inoltre quelle utilizzate per colorare o sbiancare i tessuti e per infondere nei tessuti determinate caratteristiche come morbidezza, resistenza al fuoco, impermeabilità, effetto slavato ecc..
Ecco quali sono le sostanze chimiche impiegate nella produzione e trattamento di tessuti che causano allergie:

  • coloranti, che possono contenere sostanze allergizzanti come metalli e nichel. In particolar modo i coloranti detti dispersi sono causa di allergie. Essi si legano poco con le fibre sintetiche e tendono quindi a separarsi dai tessuti e sono inoltre liposolubili: a contatto con il nostro corpo tendono quindi a sciogliersi e ad essere quindi assorbiti tramite la pelle. I coloranti blu e nero sono ritenuti tra i più allergizzanti;
  • resine, utilizzate per dare al tessuto caratteristiche quali resistenza, rigidità o sofficità;
  • mordenti, tra i quali il bicromato di potassio, utilizzati per fissare i coloranti alla fibra;
  • sbiancanti, candeggianti quali cloro, ipoclorito, boroidruro di sodio e solfiti, ma soprattutto candeggianti ottici.
  • biocidi, funghicidi e alghicidi utilizzati per evitare la deteriorazione, conservare ed evitare la crescita microbica nei tessuti

Allergia a detersivi e ammorbidenti utilizzati per la pulizia del bucato

Detersivi e ammorbidenti sono tra le principali cause scatenanti delle dermatiti allergiche da tessuti: essi non sono completamente eliminati durante il lavaggio e si depositano sulle fibre e vengono poi rilasciati dai tessuti durante l’utilizzo, per essere assorbiti dalla pelle.
Le principali sostanze che scatenano dermatiti allergiche sono contenute nei profumi e nei conservanti di detersivi e ammorbidenti, ma anche in disinfettanti, enzimi e sbiancanti ottici.  Nei detersivi inoltre possono essere presenti tracce di metalli pesanti e nichel.

Purtroppo la denominazione ipoallergenico nell’etichetta del detersivo può non essere sufficiente per metterti al riparo dal rischio di reazioni allergiche: per dichiarare ipoallergenico un detersivo è infatti sufficiente che non siano utilizzate nella sua profumazione le sostanze allergizzanti riconosciute.

Diagnosi e test per allergia da tessuti

Nel caso in cui riscontri i sintomi tipici della allergia da tessuto è opportuno rivolgerti al medico di fiducia che potrà consigliarti al meglio quali accertamenti effettuare.

Per diagnosticare la dermatite allergica da tessuti lo specialista per prima cosa effettuerà una anamnesi, ovvero raccoglierà informazioni sui tuoi sintomi, sensazioni, sostanze con le quali sei venuto a contatto di recente, e una valutazione del quadro clinico e delle localizzazioni osservati al momento della visita.

Per indagare ulteriormente e confermare la diagnosi di allergia da tessuti il medico ha a disposizione diversi test: il patch test, il prick test, il prist test, l’open test e l’esame merceologico.

Il Patch test è un test epicutaneo che consente di individuare le sostanze che hanno causato la reazione allergica. Consiste nell’applicazione di una piccola quantità delle sostanze da testare direttamente sulla pelle, attraverso dei cerotti (patch). Alla rimozione del cerotto, che può avvenire dopo 24-72 ore, si può verificare la presenza o meno di una infiammazione allergica della cute, e comprendere quindi a quali sostanze si è allergici.

Il Prick test è sempre un test cutaneo, a differenza del Patch test le sostanze da testare sono applicate direttamente sull’avambraccio e viene effettuato un piccolo graffio sulla cute per  farle penetrare. La reazione viene valutata quasi subito, dopo circa 20 minuti. Il Prick test può risultare meno efficace rispetto al Patch test per diagnosticare l’allergia da tessuto, in quanto la reazione da contatto non è sempre immediata, spesso anzi si verifica dopo una esposizione prolungata alle sostanze che l’hanno causata.

Il Prist test consiste in un prelievo di sangue sul quale viene effettuato un controllo sulla presenza e quantità di anticorpi, le immunoglobile IgE, causa della reazione allergica. Il Prist test quindi è in grado di dirci se è in cosrso una reazione allergica ma non ci può dare informazioni su quali sostanze l’abbiano causata.

Le sostanze impiegate dall’industria tessile e nei detersivi sono davvero numerose e questo rende veramente difficile e non sempre possibile l’individuazione della causa dell’allergia.
Per questo può essere utile condurre una analisi merceologica, ovvero una indagine sulla composizione di tessuti o detergenti con i quali il paziente è venuto a contatto.
Il medico specialista potrebbe infine optare anche per un Open test testando direttamente il prodotto o sostanza che si ritiene abbia causato l’allergia.

Prick test allergia tessuti

Come curare l’allergia da tessuti

Il tipo di terapia da seguire per curare l’allergia di tessuti può essere prescritta solo dal medico specialista.

Lo specialista potrebbe optare per la prescrizione di pomate al cortisone, da spalmare direttamente sulla zona irritata, per alleviare l’infiammazione e con effetto immunodepressivo.
Inoltre può essere prescritta anche la somministrazione per via orale di farmaci antistaminici, specifici per trattare i sintomi delle allergie, o cortisonici.
Infine nel caso in cui siano presenti anche vescicole con pus e infezioni batteriche, potrebbero essere prescritti anche farmaci antisettici o antibiotici.

Al di là della terapia prescritta dal medico esistono alcune buone abitudini che ci possono aiutare nel prevenire o alleviare i sintomi dell’allergia da tessuti.

Come prevenire l’allergia da tessuti

  • Manteni idratata la pelle, con creme naturali e bevendo acqua
  • Per la detersione della pelle scegli saponi non aggressivi, naturali e biologici
  • Segui una alimentazione sana, ricca di vitamine per rafforzare il sistema immunitario e la resistenza ad agenti aggressivi
  • Evitare colori scuri, soprattutto per l’intimo, le maglie e gli altri indumenti a diretto contatto con le zone più sensibili del corpo
  • Indossa tessuti traspiranti
  • Leggi sempre l’etichetta di composizione dei vestiti che acquisti. Lo so, a volte può non essere sufficiente e nemmeno così semplice, ma l’etichetta dovrebbe fornire informazioni importanti sulla presenza di tessuti sintetici
  • Preferisci abbigliamento intimo naturale e biologico, in tessuti traspiranti e di colore bianco o chiari
  • Prediligi abbigliamento realizzato in Europa, dove le normative sull’uso di sostanze nell’industria tessile e moda sono più stringenti
  • Fai attenzione non solo ai capi d’abbigliamento ma anche ai tessuti della biancheria di casa con cui entra a contatto la tua pelle: lenzuola, federe, asciugamani
  • L’allergia al nichel è abbastanza diffusa: controlla che le parti in metallo dei capi di indossi, come bottoni e zip, siano nichel free
  • Acquista capi realizzati con tessuti naturali e biologici, non trattati con di sostanze chimiche dannose e potenziale causa di allergie
  • Controlla la composizione dei detersivi che utilizzi per lavare i tuoi capi, esistono detersivi nichel free e detersivi biologici maggiormente delicati e indicati per chi soffre di allergie. Anche il sapone di marsiglia puro è ottimo
  • Evita di usare l’ammorbidente
  • Usa il detersivo nelle quantità indicate, né troppo, in quanto rischia di non essere completamente eliminato dai tessuti nel risciacquo (hai presente quella sensazione spugnosa?), né troppo poco, in quanto rischierebbe di non detergere bene i tessuti
  • Fai il bucato in lavatrice piuttosto che a mano, in quanto la lavatrice garantisce un miglior risciacquo ed eliminazione del sapone.