Senti sempre più parlare di cotone organico e biologico e ti sei chiesto cos’è? Prima di acquistare abbigliamento in cotone organico vorresti quindi capire meglio di cosa si tratta, quali sono le sue caratteristiche e le differenze rispetto al cotone tradizionale. E non per ultimo sapere come riconoscere un capo in cotone organico!
Sei nel posto giusto: in questo articolo spieghiamo cos’è il cotone organico, qual è la differenza rispetto al cotone tradizionale (coltivazione, produzione e caratteristiche) e come riconoscere il cotone organico. Potrai così decidere in maniera più consapevole quale tipo di cotone scegliere per i vestiti che acquisti.
Pronto a scoprire le cose più importanti da sapere sul cotone organico!
Argomenti dell’articolo:
Cos’è il cotone organico
Coltivazione
Produzione
Qualità
Prezzo
Come riconoscerlo

Cos’è il cotone organico
Il cotone organico o biologico è il cotone che viene coltivato, prodotto, lavorato e certificato secondo gli standard agricoli biologici. La sua produzione sostiene la salute dell’ambiente, dell’ecosistema e delle persone, favorendo l’uso di processi e sostanze naturali piuttosto che artificiali, chimiche e tossiche e combinando tradizione e innovazione scientifica per promuovere sostenibilità e qualità della vita.
Il cotone (organico e non) è una fibra naturale perché è ricavata filando la bambagia, dei veri e propri batuffoli che ricoprono i semi della pianta di cotone, una erbacea appartenente alla famiglia delle Malvacee.
Il cotone è la fibra tessile più diffusa al mondo: copre più della metà di fabbisogno di fibre in tutto il mondo e viene ampiamente utilizzato nella produzione di capi d’abbigliamento, dai jeans all’intimo, ma anche per la realizzazione di asciugamani, lenzuola, fino a tappeti e copri divani.
Ma naturale è sinonimo di biologico e salutare? Purtroppo no: per tenere il passo con la domanda e intensificare la produzione, dalla coltivazione alla lavorazione del cotone tradizionale sono impiegati pesticidi, insetticidi e altre sostanze chimiche dannose per l’ambiente e la salute.

Coltivazione del cotone organico
Attualmente la produzione mondiale annua di cotone è di 26,5 milioni di tonnellate e interessa 33,2 milioni di ettari di terreno coltivato (dati USDA United States Department of Agricolture, ottobre 2018).
Nel 2017 gli ettari di terreno coltivati a cotone e certificati biologici sono 473.000: attualmente circa il 0,5% del cotone prodotto a livello mondiale è organico (fonte report Textile Exchange 2018). Una nota positiva è che l’incremento di produzione di cotone organico tra il 2015/16 e il 2016/17 è del +10%.
Cotone organico: la differenza parte dal seme
I semi utilizzati nella coltivazione del cotone tradizionale o non biologico, sono solitamente trattati con fungicidi e insetticidi e sono sempre geneticamente modificati. In questo modo le piante sono maggiormente immuni alle malattie e garantiscono una maggiore produttività per ettaro.
I semi utilizzati per nella coltivazione di cotone organico non sono trattati con sostanze chimiche ed è vietato l’uso di semi OGM modificati geneticamente.
Diserbo e controllo parassiti
Si stima che il 16% della produzione totale di insetticidi e il 7% dei pesticidi venga impiegato proprio per la coltivazione del cotone non organico. L’utilizzo di queste sostanze chimiche, spesso distribuite sotto forma aerea, è responsabile di effetti dannosi alla salute e all’ambiente, danneggiando le risorse naturali e disturbando l’equilibrio biologico. Inoltre l’utilizzo continuo e regolare di sostanze chimiche fa sì che queste diventino sempre meno efficaci con il passare del tempo, rendendole sempre più necessarie in quantità maggiori. La coltivazione non biologica di cotone comporta inoltre l’uso di fertilizzanti artificiali: il terreno perde fertilità a causa della monocoltura e della mancanza di rotazione e richiede inoltre un’irrigazione intensiva.

Nella coltivazione del cotone biologico non sono utilizzate sostanze chimiche tossiche: le erbacce sono eliminate fisicamente e controllate tramite la zappatura, il controllo dei parassiti viene fatto in maniera naturale, attraverso pratiche colturali biologiche e insetti benefici. I sistemi di coltivazione biologica reintegrano e mantengono la fertilità del suolo e favoriscono un sano equilibrio tra parassiti e predatori naturali.
Irrigazione
La coltivazione del cotone tradizionale richiede più acqua: i terreni sono infatti danneggiati e vengono irrigati pesantemente.
Il cotone biologico invece favorisce un terreno sano, che trattiene maggiormente l’acqua e le sostanze nutritive e per questo richiede meno acqua. Il risparmio d’acqua non è indifferente: ben 1930 litri d’acqua in meno per ogni tonnellata di cotone organico prodotto. Si stima infatti che per ogni tonnellata di cotone organico prodotto sono impiegati 182 litri d’acqua, contro 2.120 litri del cotone tradizionale (fonte report Textile Exchange 2017).
Differenza nella purezza del cotone organico
La purezza delle fibre di cotone dipende dal modo in cui viene raccolto. La raccolta può avvenire a mano o a macchina.
Il cotone tradizionale viene generalmente raccolto a macchina per velocizzare i tempi. Questo metodo di raccolto danneggia le fibre di cotone e non ne mantiene la purezza.
Il cotone organico viene raccolto completamente a mano, preservando la purezza delle fibre e garantendo che nessuna fibra venga danneggiata durante il processo. La raccolta a mano permette di ottenere fibre più lunghe, in quanto le fibre non si indeboliscono o rompono durante il raccolto, e questo fa sì che i capi realizzati in cotone organico siano più morbidi e durevoli.
Produzione del cotone organico: l’industria tessile
Nella lavorazione del cotone tradizionale nell’industria tessile sono impiegate una grande quantità di sostanze chimiche. La produzione di cotone non organico impiega metalli pesanti, cloro e coloranti chimici: i residui di queste sostanze rimangono anche dopo il lavaggio dei prodotti finiti e, nel caso di indumenti, finiscono a contatto con la nostra pelle e possono causare problemi alla nostra salute. Il trattamento con sostanze chimiche spesso causa una perdita di integrità delle fibre: gli indumenti realizzati con cotone tradizionale durano meno e perché si consumano più velocemente.
Il cotone organico utilizza alternative più sicure per la nostra salute: coloranti naturali, come l’argilla, o a base d’acqua e perossido per sbiancare. Il risultato è che i tessuti realizzati con cotone organico durano di più.
Differenze nella qualità del cotone organico e non
Cotone organico e cotone tradizionale presentano le stesse caratteristiche e qualità? In realtà esistono numerosi vantaggi nel scegliere un capo realizzato in cotone biologico
Il cotone biologico è più morbido e dura a lungo. Le fibre di cotone organico sono più lunghe e più pure. Per questo un capo realizzato in cotone organico è caratterizzato da maggior morbidezza: prova tu stesso a sentire la differenza!
I tessuti sintetici o non biologici infatti sono pesantemente trattati con sostanze chimiche che influiscono negativamente sull’integrità delle fibre causandone un maggiore consumo e logorio dall’uso. Spesso dopo una stagione siamo costretti a buttare gli indumenti, anche maglie ed intimo che sono indumenti base al di là delle mode, contribuendo ad incrementare il volume dei rifiuti da smaltire.
Il cotone biologico è più assorbente rispetto a quello tradizionale.
Il cotone biologico è ipoallergenico ed è quindi ideale per le persone che soffrono di allergie: non causerà irritazioni alla pelle.
Le sostanze chimiche presenti nel cotone non biologico possono causare dermatiti e irritazioni alla pelle

Differenze di prezzo tra cotone organico e cotone tradizionale
L’abbigliamento in cotone biologico è solitamente più costoso rispetto a quello realizzato con cotone tradizionale. Tuttavia il fatto che sia sempre più diffuso e sempre più marchi propongano tessuti biologici, favorisce prezzi sempre più competitivi. Inoltre acquistare capi in cotone organico, e più in generale realizzati con tessuti biologici, è un investimento a lungo termine: probabilmente spenderai qualche euro in più all’acquisto ma i tessuti biologici sono di qualità superiore e durano più a lungo. Poter scegliere di favorire, attraverso i propri acquisti, produzioni che tutelano la nostra salute e quella dell’intero ecosistema, vale molto più di quei pochi euro di differenza.
Riconoscere il cotone biologico: le certificazioni
L’unico modo riconoscere il cotone organico e assicurarsi che un capo d’abbigliamento, o più in generale un prodotto, sia realizzato con cotone organico è controllare l’etichetta. Solo la presenza di una certificazione riconosciuta può garantirti che quel capo contenga cotone organico.
Tre sono le certificazioni più diffuse per il cotone organico e riconosciute a livello globale: OCS, OCS 100 e GOTS. Queste certificazioni possono essere richieste in maniera volontaria dalle aziende che desiderano certificare come “biologici” i prodotti e sono rilasciate da società indipendenti, seguendo quanto previsto dall’attuale legislazione internazionale. Per rilasciare la certificazione e quindi sull’etichetta del prodotto finale ci sia la scritta “cotone organico”, viene effettuato un controllo sull’intera filiera produttiva: dalla coltivazione, alla produzione, fino alla distribuzione, tutti devono rispettare gli standard qualitativi previsti dalla normativa.



Sul capo d’abbigliamento o prodotto devi quindi trovare:
- l’obbligatoria etichetta cucita che indica la composizione 100% cotone
- una etichetta aggiuntiva, che può essere anche in carta, che indica che il cotone è certificato organico
Nel caso di prodotti certificati GOTS puoi inoltre verificare grazie all’etichetta l’effettiva certificazione: in questo modo sarai sicuro che quel prodotto contiene almeno il 70% di cotone organico certificato. L’etichetta dovrà contenere, oltre al logo GOTS, la tipologia di classificazione “Organic”, i riferimenti sull’ente certificatore e il numero di licenza.
Nel sito web della GOTS è possibile consultare gratuitamente il database per verificare, grazie ai dati riportati in etichetta, licenza, produttore, prodotto e certificatore.
